Carlo De Pirro

Carlo De Pirro, nasce ad Adria il 27 ottobre 1956.

Egli aveva compiuto gli studi musicali a Padova, diplomandosi in Composizione sotto la guida di Wolfango Dalla Vecchia, e seguendo contemporaneamente corsi di perfezionamento presso l'Accademia Chigiana con Franco Donatoni e Salvatore Sciarrino. Frequenta all'inizio dei primi anni Ottanta il centro di Sonologia Computazionale dell'Università di Padova.

A quell'epoca risalgono le sue prime prove compositive sia 
nell'ambito della musica strumentale sia di quella elettroacustica. Dopo una serie di lavori prevalentemente cameristici sviluppa un rapporto privilegiato con i Solisti Veneti, per cui ha composto tra l'altro "Di luce e di vento", «concerto cangiante» per violino, ottavino, oboe, corno e archi, e "Come sono suono", per «cornista a rotelle e tromba di scorta» e archi.

Un posto speciale occupano le musiche scritte per il Disklavier Yamaha, strumento che gli permette di realizzare pienamente le sue ipotesi visionarie di 
scrittura pianistica e che diventa uno degli ingredienti fondamentali del suo multiforme teatro, dall’esperimento coreografico di Generatore d’ombre «per disklavier e ominide mezzofondista» fino a una delle sue ultime composizioni, "Addio!", un concerto per disklavier e orchestra ricco di componenti para-teatrali.

Carlo De Pirro si era negli ultimi anni concentrato sul teatro e sulle installazioni. La Fenice di Venezia, in coproduzione con il Teatro Sociale di Rovigo, gli commissiona nel 2001 l'«opera-gioco» "Caos dolce caos", cui fanno seguito altri due lavori teatrali, "L'Angelo e l'Aura", in coproduzione Fenice-IUAV di Venezia, mentre a ottobre dello stesso anno va in scena (commissione Biennale Musica 2005) l’opera da camera "Messaggeri e messaggini" su testo proprio in collaborazione con Giuliano Scabia. Nell'ambito 
installativo, produce insieme a E. Bijukic "Il caos delle sfere" con un flipper interfacciato a un disklavier (1999), mentre la Confederazione Elvetica gli commissiona l'installazione di un grande carillon per l’EXPO 2002 in Svizzera. Oltre all’insegnamento della composizione, negli ultimi anni presso il Conservatorio di Rovigo, De Pirro ha mantenuto una rilevante attività di pubblicistica e critica.

CATALOGO COMPLETO

Carlo De Pirro annoverava nel suo catalogo ufficiale di composizioni (quello, per intenderci, che allegava al suo curriculum) solo i suoi ultimi lavori, a partire da
Doppia rifrazione, del 1996. Considerava ogni suo nuovo pezzo migliore del precedente e così doveva essere anche il brano ispirato a Marco Polo, che non ebbe tempo di comporre, ma che occupava i suoi pensieri negli ultimi tempi.

Forse è questo il motivo per cui Carlo non segnalava le sue composizioni più antiche, che però qui vogliamo elencare, per completezza di informazioni.

- Per due, per flauto e clarinetto, settembre 1980.

- Dal silenzio, per pianoforte, 10 agosto 1981, Siena.

- Muticonorff, per flauto dritto contralto, 1 settembre 1982 (fl. G. Toffano)

Inciso: Grillo Rekords di Padova (dicembre 1984) “Nuove musiche per flauto dolce”, fl G. Toffano (vinile)

- Musica orale, per vibrafono o pianoforte e p.c., 25 febbraio 1985, Cittadella, Teatro Sociale (pf. F.Morosin).

Eseguito alla IX° rassegna dei migliori diplomati dei conservatori delle Tre Venezie (Diplomati con “minimo 10”)

- Triplicazione, per pianoforte e nastro magnetico, 1985 (pf B. Beggio), Padova, Auditorium delle Maddalene.


- Triplicazione seconda, per pianoforte e nastro magnetico, 1985 (pf. F. Morosin), 

Inciso da Edipan, (3030, 1991), pianoforte B.Beggio
“Costituita da una sola pagina di musica da suonarsi tre volte: ognuna delle volte, il pianista suona solamente le note che si trovano all’interno di macchie di colore (quattro differenti colori). Naturalmente le macchie sono diverse per ognuna delle tre ripetizioni. Sul nastro magnetico scorrono contemporaneamente i medesimi suoni, diffusi però al contrario, costituendo così una seconda triplicazione nella quale le altezze dei suoni sono le medesime, mentre gli attacchi risultano rovesciati” (B. Dal Lago Veneri, libretto cd).

- Programmazione prima, per pianoforte (C. De Pirro), saggio finale del Conservatorio di Padova, 14 maggio 1985.

 - Come abbiamo passato l'inverno, per pianoforte (pf F. Morosin), 22 maggio 1985 (“Musica e forma” 2, Padova)

- Nel tempo, meccanico, per organo antico, luglio 1985 (org. Luigi Celeghin, Festival organistico Noale)

- Sirenata, per pianoforte, sirene, recitazione, 1985-6 (Padova, Club Banale; da J.L. Borges, “Manuale di zoologia fantastica”).
Performance di Carlo De Pirro, pf. e V. Rizzardi, recitazione e sirene elettriche.

- Provvisoriamente senza titolo, per vibrafoni e p.c. (vibrafoni M. Pastore e V. Rizzardi, p.c. C. De Pirro), 12 aprile 1986, Padova, Auditorium Donatello.

- Il mio tempo, 6 percussionisti, 24 agosto 1986.

- Nel tempo di una caduta, per flauto, due clarinetti, pianoforte, violoncello, 23 agosto 1987 (8ª estate musicale a Latina, “Musica e dintorni”).
Inciso da Edipan (3030, 1991), da Interensemble, dir. B. Beggio: fl. P. Tabachin, cl. P. Destro, A. Bisello, pf. B.Beggio, vlc. L. Paccagnella.
“Condensa con estrema fedeltà al titolo il suo percorso poetico in meno di due minuti di accelerando gravitazionale” (B. Dal Lago Veneri, libretto cd).

- Dodici finali, per pianoforte a quattro mani e live electronics, 25 maggio 1988 (pf. F.Morosin e A.Orvieto, Milano, Crociera del Filarete, Università Statale).
Il live electronics era in realtà una traccia audio con materiale manipolato.
“Il gusto per un pianoforte dissacrante e trasgressivo si avvaleva accanto a brevi ed indovinati flash del computer, della presenza di due pianisti, dilatando così la possibilità ritmiche dello strumento senza perdere di vista gli intenti espressivi” (G.Toffano, “il Mattino”, 31-5-1988).

- Richiami per uccelli estinti, per chitarra, 1988-89 inedito ed ineseguito

- Undici finali, per trombone e pianoforte, 1990
Commissionato dal Centro d’Arte e dagli Amici della Musica di Vicenza, per il concerto di Michele Lomuto e Marco Fumo. Ineseguito.

- Topi 1- Topi 2, musica elettronica, 1991
Eseguito in diverse occasioni da Carlo De Pirro, computer, sintetizzatore e campionatore.

 - Balla coi topi, musica elettronica, 1992.
Eseguito in diverse occasioni da Carlo De Pirro, sintetizzatore e campionatore.

- Fate la vostra offerta, per pianoforte e nastro, 23 dicembre 1992 (Padova, sala dei Giganti, Centro d’Arte.
Eseguito da Carlo De Pirro.Il brano si basa sull’ “Offerta Musicale” di J.S.Bach 

- CIP, per pianoforte,campionatore, 22 dicembre 1993,(Padova, Ex oratorio delle Grazie, Centro d’Arte).
Eseguito da Carlo De Pirro, pf. e V. Rizzardi, campionatore.

 - Dieci finali, per pianoforte a quattro mani, giugno 1993 (per R.Maioli e A. Orvieto.
Pubblicato da Ricordi & C- Nuova Fonit Cetra, n.ed. 136353, 1993. Inciso da Fonit Cetra, CDC 501.
”Quello dei finali non è un ciclo (iniziato con Dodici finali) in esaurimento verso uno spasmodico finale. La figura retorica del finale è null’altro che un promemoria contro il compiacimento del frammento e del suo manierismo.(CDP)

 - Nove finali, per pianoforte, violino, violoncello, due clarinetti, suoni campionati, Live Electronics, 6 luglio 1995 (la Biennale di Venezia, Teatro Fondamenta Nuove)

- Doppia rifrazione, per pianoforte e suoni di sintesi, 19 Dicembre 1996, (Padova, Auditorium C. Pollini – Centro d’Arte)
Concerto “Cinque compositori”; Carlo De Pirro pianoforte G.Patella regia del suono.

 - Rifr-azioni, per fisarmonica trattata via MARS e Disklavier, 27 giugno 1997 (Mittelfest, Cividale del Friuli)
C. Rojac, fisarmonica, N.Orio realizzazione all’elaboratore.

- Otto finali, per clarinetto e orchestra chimica, Aprile 1998 (Venezia)
Frutto della collaborazione con il Centro di Sonologia Computazionale dell’Università di Padova. Orchestra Chimica è riferito all’elaborazione del nastro.

- Di vento e cristallo, per flauto e disklavier (fl D. Ruggieri) 4 dicembre 1998 (Padova, “Amici della Musica” Auditorim Pollini).

- Il caos delle sfere, per disklavier controllato da un flipper, 9 giugno 1999 (Roma, Biennale dei giovani artisti dell’Europa e del Mediterraneo)
Ideazione dell’installazione: E.Bijukic. Realizzazione software: N.Orio; realizzazione hardware(interfaccia) P. Cogo. È stato presentato inoltre alla rassegna di macchine musicali a Zagarolo, a Treviso (Museo Civico, Rassegna “Finestre sul Novecento”), a Roma, Milano, Venezia, Monselice; presentato alla Galleria Civica d’Arte Contemporanea di Bolzano, nella mostra “Mir arte nello spazio”, 27.11-31.12.1999).
“Si tratta di un flipper interfacciato ad un computer che registra le fasi della partita, in relazione a queste produce sequenze o le attinge da una biblioteca di pannelli sonori.”(CDP)
“…dadaisticamente provoca… lo spettatore a farsi protagonista dell’unica possibile soluzione del caos: favorirlo, perché … aumentando il disordine o l’entropia, possiamo distinguere il passato e il futuro, dando una direzione al tempo.”(E.Francalanci)

 - Spirito del creato, per disklavier, 4 giugno 2000 (Milano)
La composizione fu commissionata in occasione del Giubileo. Sviluppa del disklavier l’aspetto più materico.

- Caos dolce caos, opera gioco, 9 marzo 2001, Rovigo, Teatro Sociale (Commissione del Teatro La Fenice, del Teatro Sociale di Rovigo, del Conservatorio di Rovigo. Libretto di A. Vivarelli, regia e costumi di T. Parmentier, scene E.Chiggio).
“Per noi Caos è il teatro, il suo spazio, dove ogni sera si dà un ordine (provvisorio) al disordine delle passioni e dei suoni…Naturalmente un soggetto ideale esiste: trasformare e trasformarsi attraverso il suono…Giocheremo con il suono:ogni strumento nuovo o antico può diventare gioco…cercando di ridere del nuovo animismo tecnologico.(CDP)

- L’usignolo di Erone, per soprano, flauto (ottavino), clarinetto, 6 novembre 2001, Vicenza, Odeo del T. Olimpico (poesia di Fernando Bandini, Centro culturale e musicale “S. Omizzolo”, Comune di Vicenza. s. P. Matarrese, fl. F. Bacelle, cl. D. Teodoro).
Ero uccello di bosco, ora assomiglio / all’usignolo-automa di Erone che in sè fonde/
la meccanica e l’essere: gorgheggio/ soltanto se animato da una carica/ di memorie,
di lacrime o di collera.(F. Bandini).

 - Generatore di ombre, azione scenica per disklavier e ominide mezzofondista, 10 dicembre 2001, Padova, Teatro alle Maddalene. (coreografie di M.V. Campiglio).
L’ominide mascherato indossa protuberanze sonore (sassi, biglie, chiodi, sabbia, cespi di cristalli etc) simmetriche e asimmetriche (la simmetria e i vestiti particolari allontanano la somiglianza dall’umano, accentuando la metamorfosi). L’umano interagisce col disklavier, girandogli intorno e toccandolo.I movimenti sono attivati dalla luce.

- Musiche per l’EXPO 2002, 15 maggio-22 ottobre 2002, Neuchatel.

- Per flauto e sette stazioni di luce, un atto, 31 Marzo 2003, Rovigo, Teatro Studio (prodotto dal Conservatorio di Rovigo, libretto A. Vivarelli, fl. D. Ruggieri, regia S.Patarino)
È un’“installazione”, ultimo approdo della volontà di dar vita ad un’opera d’arte che si modella e tiene conto dello spazio nel quale viene agita, spazio che qui è ricreato soprattutto dalla luce. Le sette stazioni, anziché ad una via crucis, rimandano ai sette vizi capitali (M.Contiero).

 - Un'auretta assai gentile, per violino e pianoforte, 26 ottobre 2003, New York, CarnegieHall (commissionato da M. Rogliano e daM. Paciariello).
“Il secondo verso dell’aria della Calunnia (Barbiere di Siviglia, di Rossini) ben si può adattare alla mutevolezza del suono. La rapidità di trasformazione del prisma sonoro è oggetto occulto di quest’opera. Continui cambi di peso specifico e luminosità” (CDP).

 - Di luce e di vento, concerto cangiante, per violino, ottavino, oboe, corno e archi, 16 settembre 2004, Abano (ded. I Solisti Veneti). 
“… trasforma quel dialogo fra l’antico e il moderno in suono…il titolo della composizione allude al dialogo fra solisti e concertino, ma anche alla natura del suono, alla sua iridescenza, ai continui cambiamenti del prisma armonico”(CDP)

- L’Angelo e l’Aura, un'opera in un atto, 16 Marzo 2005, teatro Malibran Venezia (libretto A. Vivarelli, prod. T. La Fenice – Facoltà delle Arti dell’Università di Venezia).
“L’Angelo e l’Aura è un'opera che vuole spaventare, divertire, umiliare, meravigliare. Esattamente come una favola che si rispetti …È un’Opera-Mondo in cui ogni sentimento ha un suono. Partendo dalla urgenza di meravigliare, di considerare l’arte come una forte esperienza psichica. In un intersecarsi di vibrazioni realistiche, non temperate, voci, strumenti, segnali campionati e modificati. Abbiamo pensato al suono ed al teatro come ad un prisma. …Non aspettatevi una storia che contenga una morale. Sarà un intreccio di storie a raccontare la storia, pensando proprio a quell’età adolescenziale dove ogni storia è possibile.” (CDP)

- Messaggeri e messaggini, opera da camera in un atto, 4 ottobre 2005, Teatro Piccolo Arsenale, Venezia (testo G.Scabia e C. De Pirro, regia A.Bressanello, prod. La Biennale di Venezia, Teatro La Fenice, Fabrica, Centro d’Arte di Padova).
“Due angeli dimenticati dialogano …si raccontano sogni, vedono sogni, ma soprattutto hanno una feroce paura di sparire. Sono stretti in tematiche drammaturgiche di connessione. Amo la meraviglia e credo in un’arte popolar-sperimentale.”(CDP)

- Il libro del tempo e della memoria, per arpa, ottavino, flauto basso, 9 marzo 2006 (Brindisi, Associazione musicale N. Rota, “Brindisi classica 21ª Ed.”).

 - Come sono suono, azione scenica per cornista a rotelle e tromba di scorta, 12 novembre 2006 (Padova, i Solisti Veneti con G.Corti, cor., F. Maniero, tr.)
Il suono diventa personaggio. Il cornista viene spinto su una sedia mobile per tutto il palco, i Solisti Veneti eseguono la parte con occhiali scuri, la tromba suona fuori scena. Il cornista viene inseguito da tre metronomi che cercano di azzannarlo. “E’ la storia di ogni musicista, il suo vivere dentro una ‘protesi’ meravigliosa come lo strumento scelto da piccoli” (CDP)

- Per fagotto pneumatico, per fagotto, 5 giugno 2007 (Basilea) 
“Pneuma, quindi trar fuori l’anima. Lo gnosticismo distingue gli uomini in ilici (materiali), psichici (animati) e pneumatici (generati dallo spirito divino e non dalla materia)” (CDP)

- Addio!, per disklavier ed orchestra, 25 ottobre 2007, Padova, Piccolo Teatro Don Bosco (testo e voce recitante A. Vivarelli, Orchestra Filarmonia Veneta “G.F.Malipiero”, dir. G. Bisanti).
Il dialogo tra disklavier ed orchestra sviluppa il tema dominante del rapporto tra macchina e uomo. “La musica è arricchita da un’azione scenica in cui vengono coinvolti direttore dì orchestra e strumentisti in rapporto con il solista- macchina – disklavier, il quale parla per affermare i propri diritti sul gruppo” (A. Vivarelli).

- La notte, la danza, il dono, per carillon, archi, ottavino, oboe, corno, 12 dicembre 2007, Padova (ded. i Solisti Veneti).
Si tratta di un concerto di Natale.“Tre sono i caratteri descritti: il primo è esterno all’orchestra, un carillon che incornicia l’opera. La notte e la danza incarnano quel senso di magica attesa che noi tutti conosciamo fin da piccoli”(CDP)

- Descendit, per quartetto d’archi, esecuzione postuma 5 ottobre 2008, Sale Apollinee della Biennale di Venezia, 2008 (quartetto della Fenice)
“È sospesa qui la radicale ed estrema ricerca delle possibilità ultime degli strumenti e trova spazio l’accettazione pacificata della cantabilità degli archi, della forma colloquiale di questa formazione prediletta dalla tradizione”(M.Contiero, “Venezia Musica”, V, 24, 2008).
“Finchè si è in alto da soli il lirismo è facile, quando si scende e si incontrano troppi prossimi, la tensione sale.”(CDP, progetto di Descendit).

Dal repertorio depositato da De Pirro alla S.I.A.E. risultano inoltre i seguenti titoli: Doppio mosaico con voce, Fata nella leggenda veneta, In alti spazi quiete nuvole.